Ci sono stati diversi momenti della mia vita in cui mi sono ho incontrato grandi montagne nel lavoro, nelle relazioni, nel camino spirituale.
Sono quei momenti in cui non si capisce dove si sta sbagliando e si chiede a Dio perché non intervenga.
Non so a te, ma a me è capitato tantissime volte di vivere in queste situazioni facendo riaffiorare nella mia mente l’inquietum est cor nostrum di Agostiniana memoria.
Per non parlare (ma ne parlo volentieri) degli “amici”, parenti e conoscenti, che mettono il dito nella piaga con i facili consigli di chi non vuole sporcarsi le mani dicendoti: ti dico questo perché ti voglio bene.
E per farla completa, anche qualche “illuminata” (al neon) guida spirituale che sentenzia:
Dio lo permette… perché ti ama!
Bene se è così che stanno le cose, ci siamo detti un giorno io e mia moglie Giusy, che avremmo chiesto a tutti:
Se puoi (amico, parente, conoscente.. Dio), amami di meno!
La schizofrenia spirituale in questo modo di pensare e agire, sta proprio nell’affermare che l’Amore provoca sofferenza, tanto da imprimere nel nostro cuore che la sofferenza e prerogativa dell’Amore.
E se è l’Amore che guarisce, libera, sposta le Montagne? Allora dobbiamo prepararci ad accogliere la sofferenza?
Ma se fosse così, nessuno (sano di mente) richiederebbe sofferenza e quindi sarebbe condannato a sbattere la testa sulla dura roccia delle difficoltà.
Non entro qui nel merito del fatto che sarebbe stata vano il divino messaggio, ma vado subito ad affermare che la Via inizia dall’amare il prossimo come se stessi.