C’era una volta (letteralmente) un pulcino di Gazza che cadde dal nido sul marciapiede sottostante.
Pur essendo già in avanzata fase di sviluppo, le sue ali ancora rimanevano ben strette sul suo corpicino e l’unica cosa che poteva fare era gracchiare e saltare alla ricerca di un posto più sicuro dalle fauci di quadrupedi… e bipedi con la mentalità di quadrupedi.
Passando di lì nel corso della giornaliera passeggiata con il Conte Max, il mio mastino con il corpo di chihuahua, notai il gazzettino, che non è il giornale, ma il pulcino di gazza e il Conte Max in assetto di puntamento, non so se per curiosità, per stringerne amicizia o per dare sfogo al suo istinto di cacciatore.
Una voce attirò la nostra attenzione: era un muratore che ci avvertiva di stare attenti al piccolo pennuto, aggiungendo che i gazzagenitori erano su un albero lì vicino continuando a gazzeggiare (non nel senso di perdere tempo, ma lanciando suoni di richiamo) cercando di tanto in tanto di avvicinarvisi.
Così, essendo anche io genitore, feci mia la causa di soccorso e cercai sul mio smartphone il numero della locale L.I.P.U. (Lega Italiana Protezione Uccelli).
Feci la chiamata e alla risposta chiedo conferma dell’esattezza del numero dell’ente, con positivo esito. Pensai che fosse cosa fatta!
Mentre spiegavo all’interlocutore, che già mi immaginavo commosso e pronto a clacson spiegato a venire sul posto… la chiamata si interruppe.
Richiamai. Numero non raggiungibile.
Richiamai, squilla… ma ricade la linea.
Allora scatto una foto (quella di cui sopra… non di Max, del pennuto) e la invio tramite WhatsApp, aspettandomi che di lì a poco fossi richiamato, così da completare la conversazione.
E fu giorno e fu notte. Secondo giorno!
Altro giro con Conte Max e ripassando dal luogo della segnalazione, noto uno scatolo, un piatto di plastica, ma non vedo più il gazzettino… anzi sì, eccolo:
Questa è dunque la storia di una gazza che non volò mai.
Morale? Nessuna!
Anzi, una sì, ma me la tengo per me!
